La vita consacrata è bella. È bello appartenere a Cristo. Ed è bello appartenergli in una famiglia religiosa. Con cuore pieno di pace e riconoscenza, ho dunque rinnovato i voti religiosi, questa volta, per sempre. Ammetto che ci vuole audacia per compiere una scelta per sempre, che mi sono dovuta sbilanciare verso un terreno insicuro, non conosciuto, che mi faceva paura. Perché nessuno sa, cosa sarà. La leva su cui ho fatto forza per compiere questo salto, è stata una rilettura del percorso fatto fino a questo momento. Un cammino, nel mio caso, fatto sicuramente di determinazione e tenacia. Ma ero arrivata ad un punto in cui tutta la buona volontà non mi era sufficiente per proseguire. È stato il momento della crisi. Quel punto in cui tocchi il fondo e arrivi all’essenziale, e come si dice, o la va o la spacca. Allora percepivo quel tempo come un grosso buco nero. Ora lo considero come una svolta, una benedizione. È stato il momento favorevole per entrare finalmente in contatto con me stessa, con le mie zone d’ombra e di luce. Quel momento che ha attivato un lavoro interiore, di consapevolezza, guarigione, accoglienza, con tutta la sua componente di fatica e dolore, ma non solo. Il Signore sembrava rimettere insieme i pezzi della mia interiorità un po’ spaccata, che poi rendeva difficili anche le mie relazioni. Parlo di momento, ma forse sarebbe più corretto parlare di un processo che era maturato al suo culmine. E il tempo della mia più grande fragilità, si è rivelato quello della più grande forza, che ora sostiene la mia scelta, per cui ora posso andare incontro al mio futuro con serena fiducia.
La chiave mi sembra proprio questa: entrare, finalmente entrare in questo spazio interiore, seppure confuso o dolorante. Concedermi il tempo per restarci, per prenderne contatto, per lasciare che il Signore vi posi il suo sguardo e la sua azione amorevole. Questo rapporto così personale con il Signore e me stessa, è stata la grande chiave per una progressiva riconciliazione, che si rinnova di giorno in giorno. Convertire lo sguardo interiore, lasciando spazio a quello di Dio, ha poi convertito anche il mio sguardo sugli altri e sulla realtà che vivo. Questo è ora il mio più grande punto di forza. So che se in futuro mi troverò in momenti di aridità, difficoltà o conflitto, questo spazio interiore e questo rapporto intimo con il Signore sarà il luogo dove attingere perdono, riconciliazione, speranza, forza, capacità di amare.
Ma non è finita qui: a guidarmi, accompagnarmi e sostenermi in questo cammino sono state numerose persone che il Signore mi ha posto accanto. Il mio cuore è pieno di riconoscenza
per loro. Suore, sacerdoti, amici, compagni di studio, persone in ricerca, assetate di Dio. So che la Chiesa è l’altro grande punto di forza. La comunità, la fraternità, ovvero tutti quei rapporti personali che il Signore mi dà la grazia di intrecciare e con cui posso crescere insieme.
Preghiera e fraternità, i due pilastri che mi sostengono, e di cui il Signore mi chiede a mia volta di prendermi cura: curare il rapporto con Dio, dedicandogli tempo e il silenzio necessario per il nostro incontro, e curare i rapporti, per costruire la Chiesa.
La vita consacrata è bella. La vita in compagnia del Signore e dei fratelli e sorelle è davvero bella. Dunque, “Eccomi, Signore, si compia in me la tua Parola”. E ancora, citando la Seconda Lettera ai Corinzi: “se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione”. (2Cor5,17-18) Sr Marta del Verbo di Dio
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