carmelitane di Firenze

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Sembra un inverno eterno, con tanto freddo e neve, forse un mondo congelato, o un po’ stregato!

Se c’è il male, lo vinceremo insieme,

sotto il ghiaccio, la vita c’è!

Ma un leone forte e fiero, nel regno avanza e danza:

la speranza si fa strada, il male fugge! 

Nel Centro Pastorale Donegani di Massa Marittima si è dato il via quest’anno al centro estivo parrocchiale rivolto ad elementari e  medie. Il filo conduttore veniva dall’opera di C. S. Lewis “Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio”.

Ciò che è nato dalla fantasia di Lewis non è altro che una riproduzione in chiave fiabesca della storia più bella del mondo: la storia biblica, che è poi la lettura più vera e più profonda del rapporto tra Dio e l’umanità. In forza di questo rapporto, l’esperienza di ognuno diventa una storia sacra. È la proposta di un Dio che, proprio perché ama, abbandona la sua potenza e offre la propria vita perché la primavera ritorni nel mondo.

La nostra comunità di Massa Marittima è inserita nella comunità del seminario, in un clima di fraternità e collaborazione. La fraternità allargata è proprio il segno più evidente di questa realtà, infatti siamo felici di aver iniziato anche un’esperienza intercongregazionale con le Suore Minime del Sacro Cuore per l’animazione pastorale nell’Isola d’Elba.

 

 

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18 novembre 2023: solo a pensare a quel giorno, il mio cuore trabocca di gratitudine e gioia: era il giorno della mia professione perpetua, il giorno del mio sì per sempre al Signore, mio Sposo.

Prima della celebrazione, avvenuta nella nostra Cattedrale in Egitto, mi rendevo conto che tutto in me era particolarmente connesso con il Signore, stavo alla Sua Presenza mentre mi preparavo. Ero molto felice e parlavo con Lui continuamente. È stata questa la Grazia più grande, che mi ha reso molto serena e mi ha dato pace interiore. Non posso negare, né dimenticare che anche lungo il cammino di preparazione, ho ricevuto sempre “Grazia su Grazia” ad ogni passo; pertanto, la gratitudine mi ha fatto gustare ogni particolare di questo giorno e mi ha aiutato a viverlo in pienezza: la grande gioia della vocazione, le tante emozioni che si intrecciavano tra loro, la folla di pensieri che ronzava nella mia testa … e che dire? Sono profondamente grata e riconoscente per il dono di Dio: “tutto quello che è in me, benedica il suo santo nome.” (Sal 103)

Pochi minuti prima della celebrazione sono scappata in cappella e mi sono fermata a guardare sorridente il tabernacolo ripetendo la frase che avevo scelta come risposta all’appello dalla madre durante la Messa: “Eccomi, sono tutta tua. Nata per te, vivo per benedirti in ogni tempo.” Ogni parola dice tanto del mio vissuto e del mio cammino lungo il tempo di formazione.

Eccomi: è la parola di Maria, Madre di Gesù e modello della vita consacrata, alla quale guardo con molta stima. Desidero imitarne la docilità nel realizzare e incarnare la Volontà di Dio nella mia vita.

Sono tutta tua: è un modo per esprimere il mio abbandono totale al Signore, la mia disponibilità ad accogliere tutto e la prontezza nel mettermi completamente a sua disposizione. Volevo dirgli che tutto ciò che sono e possiedo, lo restituisco a Lui, perché faccia ciò che vuole con molta libertà.

Nata per te: io credo e sono convinta di essere nata per diventare sposa di Cristo seguendo la spiritualità carmelitana, di cui sono molto innamorata.

Vivo per benedirti in ogni tempo: qui è racchiuso tutto il mio desiderio. Ho voluto aggiungerlo, anche se ha allungato la frase, proprio perché sono parole molto importanti e preziose. Non solo sono parole che mi hanno accompagnato nei giorni più difficili della mia vita, ma sono state per me come il respiro che mi dava vita e speranza, erano la preghiera del cuore che mi univa al Signore. Infatti il desiderio più profondo che mi abita è di continuare a benedirlo e ringraziarlo in OGNI tempo e per sempre. Non voglio smettere mai di lodarlo e di amarlo, sia nelle circostanze facili, che in quelle difficili e in quelle che sembrano impossibili da affrontare. Questo significa che il mio amore per il Signore non dipende dalla mia condizione di vita, né dalle circostanze. Io amo il Signore perché Lui mi ha amato per primo e merita il mio amore. Dunque non mi importa se fuori “piove ed è grigio”, perché dentro di me c’è il Sole che scalda il mio cuore.

Sono molto consapevole della mia debolezza e delle mille volte al giorno in cui tradisco questa mia promessa di amarlo, ma conto sempre sulla Sua fedeltà perché “La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte, né la freccia che vola di giorno.” (Sal 90) Perciò nessuna notte, né il buio, mi fanno paura e neanche la mia fragilità mi spaventa perché: “Il Signore completerà per me l’opera sua” (Sal 137). Sono fiduciosa e abbandonata nelle sue mani perché “Tutto concorre al bene” (Rom 8,28).

Ho gustato ogni parola e ogni gesto della Celebrazione, che è stata un momento intenso di preghiera. Le parole non bastano per spiegare quanta grazia e benedizione ho ricevuto in quel momento.

“Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo” (Sal 115): davvero il Signore è stato, è e sarà molto generoso con me. Io non ho altro da fare che cercare di amarlo con tutto il cuore in modo casto, obbediente e povero, custodendo sempre il mio rapporto personale e intimo con Lui. Prego perché altre anime possono toccare questa felicità e sperimentare l’amore grande con cui ci ama il Padre, che ha dato suo Figlio in riscatto per tutti. Voglio dire che vale la pena seguire Gesù in questo modo esclusivo che è la vita consacrata!

Sr Dina della Santa Famiglia

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“Radici di Amore” è stato il tema del campo famiglie di Azione Cattolica della diocesi di Treviso che si è svolto per una settimana a Caviola di Falcade BL – Casa Giovanni XXIII. È stata un’ esperienza nuova, ricca e preziosa. Sono proprio grata di aver partecipato a questo campo, porto nel cuore ogni volto e ogni condivisione. Sicuramente niente viene per caso, perché tutto è grazia ed io ho vissuto un tempo di grazia su grazia. Iniziavo la giornata con la preghiera con i bambini delle scuole elementari e medie, preghiera molto semplice ma piena della presenza di Dio. Mi emozionava ascoltare le loro condivisioni e commenti, sono proprio bravi. Poi andavo con i 3 ragazzi della scuola superiore: oltre alla semplice preghiera di inizio giornata ci fermavamo a chiacchierare e parlare partendo dal brano della parola di Dio che si leggeva durante la preghiera mattutina. Porto nel cuore ogni loro condivisione e soprattutto custodisco nella mia preghiera ogni difficoltà e paura che mi hanno consegnato. Invece con i genitori abbiamo avuto la possibilità di condividere la bellezza e le difficoltà della vita matrimoniale verso la santità, è stato un viaggio di crescita attraverso la figliolanza e la genitorialità. Ascoltare le loro condivisioni sincere e profonde era molto commovente, vederli lavorare in coppie e poi in gruppo era solo da contemplare. La loro consapevolezza che prima di essere genitori, sono figli e lo saranno per sempre, era da ammirare. Ho un cuore traboccante di gratitudine per questa esperienza indimenticabile; è stata un’occasione di arricchimento e ho avuto modo di ringraziare il Signore per i miei genitori e la mia famiglia di origine e soprattutto di pregare per tutte le coppie e le famiglie che conosco affinché seguano l’esempio della Santa Famiglia e arrivino a realizzare il sogno di Dio sui loro figli per discernere la via per arrivare alla Santità.

Sr Dina della Santa Famiglia

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Ho cantato con Maria il Magnificat nel giorno della professione perpetua, quando ho annunciato il mio Sì per sempre al Signore, a questo amore che mi ha spinto ad andare sempre avanti, a non lasciarlo mai, ed a proseguire il mio cammino fino ad arrivare a questo giorno indimenticabile.

Davvero grandi cose ha fatto in me il Signore! Con gratitudine faccio memoria del mio incontro con Gesù, mio Maestro: anche se frequentavo la chiesa, ero catechista (anche … brava, mi dicevano), non lasciavo a Dio lo spazio per entrare in profondità dentro di me, e non avevo la capacità di ascoltarlo e lasciarlo parlare, perché nella preghiera e nei miei impegni, ero sempre io a parlare.

È arrivato il giorno opportuno, però: una delle suore presenti a Dronka in quel periodo ci ha proposto di fare sosta con il Signore, cioè di stare in silenzio davanti a Gesù Eucaristia, per mezz’ora; sono passati i primi dieci minuti e ogni tanto guardavo l’orologio, il tempo non passava mai, e mi sembrava che fosse passata più di mezz’ora, e dicevo ame stessa: che noia!

Da quel giorno, ripetendo questa esperienza, ho iniziato a capire che è davvero necessario lasciare spazio a Dio che parla, soprattutto quando facciamo l’adorazione eucaristica, di fronte alla sua Presenza viva.

E così, ho incominciato a cercare ogni tanto tempo per andare a pregare, per stare con Gesù, perché ho gustato la bellezza, la pace dello stare con Lui; è diventato il mio amico, al quale raccontavo tutto (e con cui anche ogni tanto mi arrabbiavo!).

Ringrazio la mia famiglia perché mi ha insegnato e abituato fin da piccola a frequentare la chiesa, ad andare per qualche giorno agli esercizi spirituali, a trovare qualche momento di preghiera personale, e anche ringrazio, per questo, la comunità parrocchiale.

Dopo un po’ di tempo di esperienza intima con Dio che, come dice santa Teresa, consiste nello “stare con chi sappiamo che ci ama”,  ho scoperto che il cammino della preghiera non è sempre semplice, perché comporta anche una lotta con le tante voci che abbiamo dentro di me; Pian piano, ha iniziato a risuonare spesso in me questa frase: “Mariam, Tu mi appartieni”; il mio padre spirituale mi ha aiutato tanto a distinguere la voce di Dio in mezzo alle altre voci, e a dialogare con la mia famiglia di quello che sentivo, e alla fine ho risposto: “Signore, sono tutta tua!”.

Durante il lungo cammino che mi ha portato ad essere sposa di Cristo, ho toccato sempre la presenza del Signore: da quando ho lasciato l’Egitto fino dal giorno della professione perpetua, cioè il giorno del mio matrimonio spirituale, ho vissuto una gioia che riempie il cuore, perché ero consapevole che, con i miei limiti le mie fragilità, non ce l’avrei mai fatta senza la Grazia del Signore.

Quel giorno, attorno a me era tutta la mia famiglia, e soprattutto il mio papà che mi guardava dal cielo e faceva festa lì, e la mia famiglia religiosa, e amici e colleghi di lavoro… E poi, un altro dono grandissimo: la professione è stata presieduta dal nostro vescovo Daniele, il mio padre spirituale, proprio lui che aveva accompagnato dalla nascita la mia vocazione.

Ringrazio il Signore per questo dono speciale, e desidero con il suo aiuto di essere sposa fedele e perseverante nel rispondere all’amore infinito dello Sposo, e di fissare lo sguardo su di lui, il centro della mia vita.

Sr Mariam di Gesù Maestro

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Il 15 luglio alle 19:00, nella chiesa della nostra casa madre a Campi Bisenzio, abbiamo celebrato la Messa Solenne presieduta da S. E. Stefano Manetti, Vescovo di Fiesole, per ringraziare il Signore per la sua fedeltà e per il dono del carisma affidato alla nostra Beata Madre 150 anni fa.
“Andiamo a farci sante! Povere e umili, di noi avrà cura il Signore.” Sono le parole pronunciate dalla B. Teresa Maria della Croce il 15 luglio 1874. Siamo pienamente grate al Signore per la storia che ha scritto con la nostra famiglia religiosa e per tutte le sue meraviglie che continuano fino ad oggi …

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“Io sono di Gesù e voglio essere di Gesù” così diceva la nostra fondatrice B.Teresa Maria della Croce “Bettina”.

Sr Nilma di Gesù ha così rinnovato i voti nella cappella della nostra comunità a Macapá – Brasile.

Accompagniamo il suo sì con intensa preghiera e ricordiamo tutti i cuori che sono in ricerca vocazionale perché siano generosi nel seguire Gesù Cristo povero, casto ed obbediente.

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Questo pomeriggio attendiamo con gioia e trepidazione la solenne Messa di ringraziamento per i 150 anni di fondazione della nostra famiglia religiosa, ma la festa è già iniziata nel nostro Carmelo di Firenze, dove ci stiamo riunendo da diverse comunità presenti in Italia, e per chi può, anche dall’estero, insieme ad amici, adoratori, compagni di cammino: una vera e propria festa di famiglia! Ringraziamo per il dono della fraternità, per la gioia di camminare insieme verso Cristo, condividendo il carisma ricevuto da Teresa Maria della Croce, di adorazione e carità attiva, il 15 luglio 1874.

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Vergine e martire, Patrona d’Europa

Più si fa buio intorno a noi, e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall’alto.

Sono le parole di Edith Stein in una lettera del 9 dicembre 1938: esse dischiudono in breve l’essenza della sua vita e tracciano una direzione sicura a noi, che viviamo in un’epoca storica diversa, ma segnata dalla stessa lotta tra buio e luce, sia dentro che fuori di noi. Questo buio non ci deve schiacciare, ma aprire alla luce che ancora più splende nella notte. Edith Stein è una grande testimone di speranza e non a caso è patrona d’Europa: ha voluto condividere fino in fondo le sorti del suo popolo, diventandone una viva preghiera di intercessione, abbracciando con coraggio la deportazione nei campi di concentramento che la condusse alla morte il 9 agosto 1942. Di famiglia ebraica, scelse durante l’adolescenza di diventare atea, fino a convertirsi al cristianesimo e a consacrarsi nell’ordine carmelitano. Grande filosofa e pensatrice, getta così un ponte tra queste esperienze umane così diverse, per evidenziarne il filo rosso che le lega e che ha espresso con queste sue famose parole:

Chi cerca la verità, consapevolmente o inconsapevolmente cerca Dio.

Nel suo pensiero, come nella sua vita, veniamo inoltre introdotti nel grande mistero della croce, che ha tanto amato. Dal campo di concentramento scrive:

Sono contenta di tutto. Ave Crux, Spes unica.

Ella ci indica che il luogo del dolore può divenire il luogo del dono di sè nell’amore, e il luogo dell’unione sponsale con Cristo, che nella croce ci ha amato fino alla fine. Ella richiama la nostra attenzione e risveglia la nostra consapevolezza: Cristo è presente proprio nella nostra storia, così com’è, nelle sue luci e nelle sue ombre. E la sua presenza è sempre una presenza fedele, di perdono, speranza, promessa di vita nuova. Nella nostra famiglia religiosa delle carmelitane di s. Teresa di Firenze, è la comunità presente a Praga in Rep. Ceca che gode della protezione di Santa Teresa Benedetta della Croce (il nome religioso di Edith Stein). Ella infatti è la testimone per eccellenza soprattutto per quei paesi che hanno sofferto il giogo delle grandi dittature e la violenza delle grandi ideologie, e che ora, generazione dopo generazione, cercano la strada verso una libertà sempre più piena, in cui le ferite del passato possano servire come sapienza collettiva, rinnovata coscienza sociale e desiderio di ritrovare, insieme alla propria identità di popolo, anche una profonda spiritualità, dove risiede la verità, dove l’uomo ritrova in modo saldo la propria dignità. Concludo con un componimento poetico della Santa, composto nel 1942, che ci fa immergere nella vita dello Spirito Santo aprendoci al movimento pasquale di morte e risurrezione: è questa la grande speranza e la forza di noi cristiani,

perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rom.6,4).

Non sei la dolce manna

che dal cuore del Figlio fluisce nel mio,

cibo degli angeli e dei santi?

Egli, che si levò dalla morte alla vita,

ha risvegliato anche me ad una vita nuova

dal sonno della morte

e mi dà una nuova vita di giorno in giorno,

e un giorno la sua pienezza mi sommergerà,

vita dalla tua vita – tu stesso:

Spirito Santo –

Vita eterna.

suor Marta del Verbo di Dio

articolo scritto per settimananews

 

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