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SEGNI: STARE IN PIEDI

Alzarsi e stare in piedi è un segno di Risurrezione, infatti notiamo che Gesù, dopo aver operato una guarigione, invitava sempre ad alzarsi e mettersi in cammino.

Il pregare stando in piedi è un gesto che anticipa ciò che sarà, la gloria che verrà; è lì che questo gesto vuole orientarci. Proprio nella misura in cui la preghiera liturgica è anticipazione della promessa, essa implica lo stare in piedi; ma proprio per il fatto che essa rimane nel “frattempo” in cui noi viviamo, l’inginocchiarsi resta nella liturgia espressione ineliminabile del nostro “qui ed ora” (JOSEPH RATZINGER, Introduzione allo spirito della liturgia)

Lo stare in piedi è un invito a cambiare prospettiva, lasciare ciò che ti è comodo e abbandonare le sicurezze.

Romano Guardini nel suo libro “I Santi Segni”, dice a tal proposito:

Sorgiamo in piedi quando riecheggia la lieta notizia; all’Evangelo, nella Santa Messa. Stanno in piedi i padrini al Battesimo, quando pronunziano per il bambino il voto della fedeltà alla fede. Stanno in piedi i ragazzi, quando alla loro Confermazione, rinnovano la professione di fede. Stanno in piedi gli sposi, quando, dinanzi all’altare, mediante la parola della fedeltà, si uniscono in matrimonio. Anche per il singolo il pregare in piedi può essere talvolta un’espressione vigorosa del suo intimo. I primi Cristiani lo hanno fatto volentieri. Conosci certamente la figura dell’orante nelle catacombe, della persona stante, dalla veste ricadente in nobili pieghe e dalle braccia aperte. Essa sta libera, ma tutta dominata da schietta disciplina; tranquillamente intenta alla Parola divina e pronta all’agire gioioso. In quest’atteggiamento si irrigidisce anche la preghiera e insieme si libera in reverenza e prontezza d’azione.

Alziamoci in piedi dunque e preghiamo il Signore riconoscendo la sua grande Misericordia e Bontà verso di noi, dicendo con il Salmista:

“Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome.” (Sal 102)

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SEGNI: INGINOCCHIARSI

Inginocchiarsi è uno dei gesti fisici più caratteristici di chi prega. Vediamo tante persone, durante la vita terrena di Gesù – raccontano i Vangeli – che si sono inginocchiati ai suoi piedi; chi chiedeva aiuto o guarigione e chi gli chiedeva perdono perché si sentiva peccatore.

Nel suo libro Introduzione allo spirito della liturgia, Joseph Ratzinger scrive a proposito dell’inginocchiarsi:

Se guardiamo alla storia possiamo osservare che Greci e Romani rifiutavano il gesto di inginocchiarsi… Si diceva che inginocchiarsi era cosa indegna di un uomo libero, non in linea con la cultura della Grecia; era una posizione che si confaceva piuttosto ai barbari. Plutarco e Teofrasto definiscono l’atto di inginocchiarsi come un’espressione di superstizione; Aristotele ne parla come di un atteggiamento barbarico.

Ratzinger aggiungeva che

l’atto di inginocchiarsi non proviene da una cultura qualunque, ma dalla Bibbia e dalla sua esperienza di Dio.

Inginocchiarsi durante la Messa è quindi una postura, che esprime una profonda verità spirituale collegata alla Presenza Reale di Gesù sull’altare.

Romano Guardini dice che l’uomo davanti a Dio non può altro che inginocchiarsi:

… Come è grande Lui … e come son piccolo io! Così piccolo che non posso neppure mettermi a confronto con Lui, che dinanzi a Lui sono un nulla!

Dunque, inginocchiamoci davanti al Signore per esprimergli la nostra profonda riconoscenza per tutti i suoi benefici e manifestargli la nostra umiltà nello stare davanti a Lui e rimanere alla Sua presenza.

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SEGNI: BATTERSI IL PETTO

Durante il rito penitenziale all’inizio della Messa, il sacerdote e i fedeli si riconoscono peccatori, confessando con umiltà il proprio peccato e invocando la grazia del perdono e la misericordia del Signore. Imitano il pubblicano che “fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: ‘O Dio, abbi pietà di me peccatore’ ” (Lc 18,13)

Battersi il petto è un gesto che va a colpire la sede del cuore, lo spazio interiore e nascosto dal quale, secondo Gesù stesso, «escono i propositi di male» (cfr. Mc 7, 21).

È un gesto d’umiltà che sta ad indicare la propria interiorità corrotta, ma con il desiderio anche di cambiare, di convertirsi.

Riconoscersi peccatore è il primo gradino per guarire da ogni male causato dal peccato. Battersi il petto manifesta il proprio dolore e l’impegno nella lotta contro il male che ci allontana da Dio.

Romano Guardini, ci insegna che

…dobbiamo compiere bene l’atto. Non toccarci appena le punte delle dita il vestito; il pugno chiuso deve colpire il petto. … Ha da attraversare le porte del nostro mondo interiore e scuoterlo, affinché si desti, apra gli occhi, si converta a Dio. Allora comprendiamo cosa significa… Questo è dunque il significato del battersi il petto: l’uomo vi si desta. Desta il suo mondo interiore, affinché percepisca l’appello di Dio. Si mette dalla parte di Dio e si punisce. Riflessione pertanto, rimorso e conversione.

(tratto da: I santi segni – di Romano Guardini) 

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SEGNI: IL SEGNO DELLA CROCE

Fin dagli inizi della nostra storia è il segno di riconoscimento di noi cristiani.

E’ un segno di appartenenza a Qualcuno.

E’ il segno della nostra salvezza.

Sulla croce Gesù ci ha amato e ha dato se stesso per noi.

Sant’ Ambrogio spiega che il segno della croce è un segno di totalità della persona:

Noi facciamo il segno della croce sulla nostra fronte, sul nostro cuore e sulle nostre spalle. Sulla fronte, perché dobbiamo sempre confessare Gesù Cristo; sul nostro cuore, perché dobbiamo sempre amarlo; sulle nostre spalle, perché dobbiamo sempre lavorare per lui.

Penso a quante volte facciamo il segno della croce velocemente e senza accorgerci della sua importanza e del suo significato.

Romano Guardini scrive a proposito:

Quando fai il segno della croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Senti come esso ti abbraccio tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l’animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, corpo ed anima, ti raccoglie, ti consacra, ti santifica.

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