Inginocchiarsi è uno dei gesti fisici più caratteristici di chi prega. Vediamo tante persone, durante la vita terrena di Gesù – raccontano i Vangeli – che si sono inginocchiati ai suoi piedi; chi chiedeva aiuto o guarigione e chi gli chiedeva perdono perché si sentiva peccatore.
Nel suo libro Introduzione allo spirito della liturgia, Joseph Ratzinger scrive a proposito dell’inginocchiarsi:
Se guardiamo alla storia possiamo osservare che Greci e Romani rifiutavano il gesto di inginocchiarsi… Si diceva che inginocchiarsi era cosa indegna di un uomo libero, non in linea con la cultura della Grecia; era una posizione che si confaceva piuttosto ai barbari. Plutarco e Teofrasto definiscono l’atto di inginocchiarsi come un’espressione di superstizione; Aristotele ne parla come di un atteggiamento barbarico.
Ratzinger aggiungeva che
l’atto di inginocchiarsi non proviene da una cultura qualunque, ma dalla Bibbia e dalla sua esperienza di Dio.
Inginocchiarsi durante la Messa è quindi una postura, che esprime una profonda verità spirituale collegata alla Presenza Reale di Gesù sull’altare.
Romano Guardini dice che l’uomo davanti a Dio non può altro che inginocchiarsi:
… Come è grande Lui … e come son piccolo io! Così piccolo che non posso neppure mettermi a confronto con Lui, che dinanzi a Lui sono un nulla!
Dunque, inginocchiamoci davanti al Signore per esprimergli la nostra profonda riconoscenza per tutti i suoi benefici e manifestargli la nostra umiltà nello stare davanti a Lui e rimanere alla Sua presenza.