La beata madre

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Nascita e Battesimo

Il 2 marzo 1846, alle tre del pomeriggio nasce in via dei Mori Teresa Adelaide Cesira Manetti che la famiglia presto chiamerà soltanto con il vezzeggiativo di Bettina. I suoi genitori, Rosa Bigagli e Gaetano Manetti, sono una coppia affiatata e innamorata. Il 3 marzo la piccola Bettina viene portata nella Pieve di S. Stefano a Campi e lì riceve il Battesimo.

Infanzia

Pur nella povertà e nella fatica di procurarsi il pane quotidiano, questa famiglia sembra destinata ad una vita anonima e felice. Non sarà così. Bettina, ad appena tre anni di vita, il 15 luglio 1849, vigilia della Festa della Beata Vergine del Carmelo, segue il feretro del padre, morto a ventotto anni. La madre dovrà tirare avanti due figli e se stessa senza nessuna prospettiva di lavoro sicuro. Del resto, gli anni in cui nasce Teresa Manetti sono anni di profondi rivolgimenti politici e sociali. Il 1848 non a caso è stato battezzato l’anno delle Rivoluzioni.

Giunge l’età critica dell’adolescenza e Bettina d’un tratto si accorge di essere bella. Bettina sembra essere attratta soltanto dalla cura di se stessa. Ha un senso innato della bellezza, e nonostante la povertà, trova il modo di coltivare questa sua attitudine con risultati che lasciavano le amiche con tanto di ammirazione.

 Conversione

Ma Dio veglia su di lei e, segretamente, comincia un lento lavoro sulla sua anima che sarebbe poi sfociato in una vera e propria conversione. A 19 anni capisce la sua vera strada,  da quel momento non ha più ripensamenti: sarebbe stata tutta di Gesù, in un modo o nell’altro. Leggendo le vite dei santi e la Filotea di san Francesco di Sales, Bettina capisce che Dio ci ha amati a caro prezzo e che non era possibile rispondere all’amore di Dio con una conversione a basso prezzo. Non ci stupisce, in una ragazza come Bettina, un cambiamento così radicale: è una ragazza intelligente e dotata di una grande sensibilità come dimostra, tra l’altro, la sua particolare attitudine alle cose belle. Dimostra determinazione nel proseguire, risoluta, nella vita cristiana. Ci sono commenti poco lusinghieri da parte dei suoi compaesani che vedono l’inspiegabile cambiamento e non ne capiscono la portata. Ma Bettina non si lascia turbare: nella strada di Dio ci vuole fortezza solida e sicura. E Bettina non dà soltanto una svolta radicale alla sua vita, ma riesce anche a cambiare le amiche della vanità di ieri in ragazze pronte a condividere con lei la risposta d’amore al Dio dell’Amore.

Il seme del futuro Istituto

Il seme del futuro Istituto è già nato, ma Bettina e le sue compagne non lo sanno. Lo sa il Signore che così guida le anime, quasi a loro insaputa, chiedendo soltanto di essere preso sul serio, come un fatto, cioè, decisivo e irreversibile. L’incontro con un sacerdote eccezionale come don Ernesto Jacopozzi, giunto da poco come aiuto del parroco di S. Martino a Campi, deciderà definitivamente del destino di Bettina. Sarà lui ad aiutarla nella fondazione del futuro Istituto. Il 15 luglio 1874, vigilia della festa della Beata Vergine del Carmelo, è una data significativa nella storia delle Misericordie del Signore: Bettina con due compagne si ritira in una casupola sotto l’argine del Bisenzio e lì danno origine, senza rendersene conto, a una congregazione religiosa. Un ambiente quantomai austero, fatto di silenzio, preghiera, mortificazione, lavoro, carità. Un ambiente che tutti gli amici di Teresa Maria della Croce conoscono con il nome di Conventino poiché così fu chiamato dagli abitanti di Campi Bisenzio, ammirati per un esempio tutto nuovo e tanto straordinario.

Carisma Carmelitano Teresiano

Questo luogo diventerà presto una lampada accesa nella notte, mentre altre ragazze vogliono condividere questo stile di vita. Bettina, guida e maestra del piccolo gruppo, è particolarmente attratta da santa Teresa d’Avila, la grande riformatrice del Carmelo, di cui sceglie la spiritualità e l’ideale per orientare la sua nuova famiglia.

 

 

 

Vita contemplativa e apostolica

Nel 1877 muore una povera donna che lascia due bambine. Prima di morire, si fa promettere da Bettina che sarà lei ad occuparsi delle orfanelle. Bettina è incerta sul da farsi. Pensa ancora, per le sue figlie e per sé, ad una vita totalmente contemplativa, e quella promessa la obbliga quasi a cambiare direzione. Capisce, tuttavia, la volontà di Dio e subito l’accetta. Il Conventino, vegliato dalla figura di santa Teresa d’Avila, diventa insufficiente, e poiché le bambine devono essere accolte in un luogo adatto alla loro salute e alla loro educazione, ecco Bettina darsi da fare per mettere su una costruzione. Il proprietario di un terreno adiacente la piccola chiesa di S. Giusto – la cappella del luogo – le offre la possibilità di aquistarlo ad ottime condizioni: è evidente a tutti che Dio è dalla parte di Bettina. Così il nuovo convento s’innalza con al centro la bella chiesa che verrà dedicata al Sacro Cuore di Gesù e che oggi tutti ammiriamo.

Il 12 luglio 1888 le figlie di Bettina, insieme alla loro Madre, vestono per sempre l’abito carmelitano, mentre l’opera si espande nei paesi vicini.

 Stile di vita

Pur nell’impegno richiesto delle attività caritative Bettina, divenuta ormai Teresa Maria della Croce, vuole che lo spirito che animava lo stile di vita al Conventino rimanga intatto: le sue figlie devono essere difese da una doppia clausura, ossia dall’amore di Gesù. Le doti che Dio ha donato a ognuna di esse vengono sì sfruttate: musica, ricamo, pittura, scultura, ceramica vengono coltivate con serietà ed impegno e tuttavia – come dirà Teresa Maria della Croce – tutte di Dio! “Altrimenti brucio pitture, bruccio violini, brucio tutto! Non so che farmene di tante belle cose!”. Tutte di Gesù, dunque, cioè vicinissime all’Eucaristia. E lei metterà le sue figlie in adorazione del tabernacolo, giorno e notte.

 Adorazione perpetua

Da questo ideale – sotto certo aspetti rivoluzionario anche per i suoi tempi – nascerà nel cuore della Madre un altissimo progetto: una casa, una chiesa non più a Campi, ma a Firenze nella capitale dell’arte e della cultura! E là, nella celebre città sulle rive dell’Arno, le sue figlie adoreranno giorno e notte il Signore; si faranno riparatrici dell’ingratitudine umana nei confronti di Dio, fermeranno il male là dove si forma, nelle grandi città. Dopo cinque anni di ricerche, di piani, di progetti, il piano finalmente si rielizza:

l’11 gennaio 1902 ha inizio l’adorazione perpetua nella chiesetta di via Bernardo Rucellai a Firenze.

Da questo centro eucaristico le suore di Teresa Maria della Croce voleranno nel campo delle missioni: in Libano (1904), ad Haifa in Terra Santa, in Brasile, invitate dal Venerabile Marcello Candia (1979), nella Republica Ceca (1995) e in Egitto (2004).

Morte

Il 23 aprile 1910, a 64 anni, in seguito ad una grave malattia che la tortura fino all’estremo delle forze, Teresa Maria della Croce muore, continuando però a vivere grazie alla sua eredità di amore a Dio e carità.

Testo riadattato da: Il seme caduto in terra, Introduzione di Carmelo Mezzasalma, Ed OCD, 2002