In questa domenica ci viene proposto di spostare il fondamento della nostra esistenza.
C’è dunque da chiedersi: su cosa baso le mie sicurezze? Dove mi sento sicuro?
Ci sono sicurezze materiali che non sono negative in sè, ci danno appunto un benessere materiale che sostiene la nostra vita.
Ma il loro compito finisce qui. Restano comunque precarie e limitate, non possiamo chieder loro di darci più di quello che ci possono dare.
Così quando avvertiamo in noi un’ansia o un vuoto che inspiegabilmente anela pienezza, stabilità, eternità, dobbiamo essere consapevoli che non sarà accumulando tali beni che troveremo pace, neppure accumulando prestazioni in un “fare” un po’ nevrotico.
Qui interviene l’invito del Signore, qui siamo chiamati oggi a spostare lo sguardo e a rimanervi nella nostra preghiera.
Il vero fondamento della vita non sta in una certa immagine sociale o prestigio lavorativo o sicurezza economica. Ma nell’amore che sperimentiamo incontrando lo sguardo di Gesù: fissatolo, lo amò.
Gesù mi ama perché vede quello che c’è dentro di me, vede la verità di me stesso. L’amore che Gesù ha per me non è il premio per quello che ho fatto.
Lasciamoci dunque guardare, sostiamo presso questo sguardo d’amore che sempre ci precede.
Mille sguardi ci guardano, ma a volte incontriamo uno sguardo che ci entra dentro e che si radica nella nostra anima perchè ci fa sentire compresi, conosciuti, amati.
A partire da questo sguardo il Signore ci chiede dunque di entrare in relazione con Lui.
Ci propone di abbandonarci con fiducia in Lui, come unica vera sicurezza della nostra vita.
Ci propone di lasciare quel che ci appesantisce o ci incatena nella paura “senza questa cosa, senza fare questo o quello…mi mancherà la terra sotto i piedi! sarò perso!”… Proviamo già ora, dentro di noi, nel silenzio della preghiera, a compiere questo atto interiore di mollare le nostre paure e i nostri attaccamenti per attaccarci alla relazione con Cristo.
Lascia un commento