Continua la nostra lettura della biografia di Beata Teresa Maria della Croce, la Bettina. Gli inizi sono quasi impercettibili, tanto erano tessuti nella quotidianità del paese di Campi Bisenzio a Firenze. Ma l’amore è contagioso, attrae, è fecondo. È sufficiente il mio sì all’amore e davvero posso essere quel cambiamento che desidero nel mondo, come una miccia che fa esplodere una fiamma molto più grande di quanto la propria piccola realtà lascerebbe immaginare. Per questo i grandi Santi ci stimolano ad avere anzitutto grandi desideri: il Signore li tesserà proprio in quelle circostanze in cui mi trovo, per compiervi opere grandi e meravigliose. Con Lui l’ ordinario diviene straordinario. Con Lui, nulla è banale, ma è il seme di una storia di salvezza e redenzione per me e per molti.
Nel 1868, la Bettina vedeva formarsi intorno a sè un piccolo gruppo di compagne che, pur non conducendo una vita strettamente in comune, attratte dal suo amore operoso, si riunivano in casa Manetti per pregare e lavorare, unite in un solo desiderio, quello di raggiungere le alte vette della perfezione. A Bettina non era mai venuta l’idea di fondare un istituto religioso. Era però il buon seme gettato. Che a suo tempo Dio non avrebbe mancato di fecondare.
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