Dalla «Notte Oscura» di san Giovanni della Croce, sacerdote
La conoscenza amorosa e purificatrice o luce divina di cui parliamo agisce con l’anima, purificandola e disponendola per unirla a sé perfettamente, come il fuoco con il legno al fine di trasformarlo in sé. Infatti il fuoco materiale, quando si attacca al legno, per prima cosa comincia ad asciugarlo, allontanandone l’umidità e facendone stillare l’acqua che ha in sé; poi lo fa diventare nero, oscuro e brutto, e anche di cattivo odore, e facendolo asciugare a poco a poco lo porta alla luce e ne espelle tutte le caratteristiche brutte e oscure contrarie al fuoco; e, infine, cominciando a infiammarlo dall’esterno e a riscaldarlo, finisce per trasformarlo in sé e farlo diventare bello come il fuoco stesso. In questo processo, da parte del ciocco non vi è alcuna propria passione o azione, salvo la massa e la quantità più densa di quella del fuoco, poiché ha in sé le proprietà del fuoco e le sue azioni; infatti è asciutto e caldo, è chiaro e rischiara; è molto più leggero di prima, dal momento che il fuoco opera in lui queste caratteristiche ed effetti.
In questo stesso modo, dunque, dobbiamo argomentare circa il fuoco divino d’amore di contemplazione che, prima di unire, di trasformare l’anima in sé, per prima cosa la purifica da tutte le caratteristiche a lui contrarie, le tira fuori le sue brutture e la fa diventare nera e oscura, in modo che sembra peggiore di prima e più brutta e abominevole di com’era. Infatti, poiché questa divina purificazione rimuove tutti gli umori cattivi e viziosi che non vedeva, dato che erano ben radicati e stabiliti nell’anima, e così essa non capiva di avere in sé tanto male, ora invece, per espellerli e annientarli, glieli mette davanti agli occhi, così essa li vede chiaramente, illuminata da questa oscura luce di divina contemplazione, pur non essendo peggiore di prima, né in sé, come neppure nei confronti di Dio, poiché vede in sé ciò che prima non vedeva.
Il fuoco d’amore, quindi, come il fuoco materiale nel legno, si accende nell’anima in questa notte di contemplazione dolorosa.
Infatti questa è un’infiammazione d’amore nello spirito, nella quale, in mezzo a tali oscure difficoltà, l’anima si sente ferita in modo vivo e acuto da un forte amore divino con una certa percezione e nozione di Dio, benché non capisca nulla in particolare, dato che l’intelligenza è nell’oscurità.
Qui lo spirito si sente molto appassionato nell’amore, dato che questa infiammazione spirituale produce passione d’amore. Questo amore possiede già qualche elemento dell’unione con Dio, e così partecipa parzialmente delle sue caratteristiche, tanto che se l’anima presta il consenso, le si trasmette l’amore di Dio che si va unendo a lei.
Commenti recenti