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Solennità di S. Giovanni della Croce

  • Dicembre 14

Dalla «Notte Oscura» di san Giovanni della Croce, sacerdote

 

 

La conoscenza amorosa e purificatrice o luce divina di cui parliamo agisce con l’anima, purificandola e disponen­dola per unirla a sé perfettamente, come il fuoco con il legno al fine di trasformarlo in sé. Infatti il fuoco materiale, quan­do si attacca al legno, per prima cosa comincia ad asciugar­lo, allontanandone l’umidità e facendone stillare l’acqua che ha in sé; poi lo fa diventare nero, oscuro e brutto, e anche di cattivo odore, e facendolo asciugare a poco a poco lo porta alla luce e ne espelle tutte le caratteristiche brutte e oscure contrarie al fuoco; e, infine, cominciando a infiammarlo dall’esterno e a riscaldarlo, finisce per trasformarlo in sé e farlo diventare bello come il fuoco stesso. In questo proces­so, da parte del ciocco non vi è alcuna propria passione o azione, salvo la massa e la quantità più densa di quella del fuoco, poiché ha in sé le proprietà del fuoco e le sue azioni; infatti è asciutto e caldo, è chiaro e rischiara; è molto più leggero di prima, dal momento che il fuoco opera in lui que­ste caratteristiche ed effetti.

In questo stesso modo, dunque, dobbiamo argomentare circa il fuoco divino d’amore di contemplazione che, prima di unire, di trasformare l’anima in sé, per prima cosa la purifica da tutte le caratteristiche a lui contrarie, le tira fuori le sue brutture e la fa diventare nera e oscura, in modo che sembra peggiore di prima e più brutta e abominevole di com’era. Infat­ti, poiché questa divina purificazione rimuove tutti gli umori cattivi e viziosi che non vedeva, dato che erano ben radicati e stabiliti nell’anima, e così essa non ca­piva di avere in sé tanto male, ora invece, per espel­lerli e annientarli, glieli mette davanti agli occhi, così essa li vede chiaramente, illuminata da questa oscura luce di divina contemplazione, pur non essendo peg­giore di prima, né in sé, come neppure nei confronti di Dio, poiché vede in sé ciò che prima non vedeva.

Il fuoco d’amore, quindi, come il fuoco materiale nel legno, si accende nell’anima in questa notte di con­templazione dolorosa.

Infatti questa è un’infiammazione d’amore nello spi­rito, nella quale, in mezzo a tali oscure difficoltà, l’anima si sente ferita in modo vivo e acuto da un forte amore divino con una certa percezione e nozione di Dio, benché non capisca nulla in particolare, dato che l’intelligenza è nell’oscurità.

Qui lo spirito si sente molto appassionato nell’amore, dato che questa infiammazione spirituale produce passione d’amore. Questo amore possiede già qualche elemento dell’unione con Dio, e così partecipa par­zialmente delle sue caratteristiche, tanto che se l’ani­ma presta il consenso, le si trasmette l’amore di Dio che si va unendo a lei.

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Data:
Dicembre 14
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