150 anni – una storia di santità 17: VOCAZIONE

Il termine vocazione – chiamata – può riferirsi a realtà di vita differenti: il matrimonio, la vita consacrata, la missione, l’impegno sociale o politico. In ascolto della voce di Dio che parla nei miei desideri più profondi e nella mia vita, posso sentire di voler sposare, ovvero unirmi e donare tutto me stesso/a,  una particolare persona, il Signore (e dunque tutte le persone che Egli mi affida), una particolare realtà. Si tratta di mettere le proprie radici e amare. Bettina è madre e maestra in particolare per chi desidera donare la sua vita a Dio nella vita consacrata, e parla non a caso di sponsalità: quel che ci unisce a Dio è l’amore, e donare a Lui e alla sua Chiesa la propria vita, lo si fa solo per amore. Ogni vocazione è dono e compito, ma è soprattutto quel che ci apre in questa vita ad amare e ad essere amati, per questo, appena ne prendiamo consapevolezza, diviene per noi fonte di grande gioia.

Per far apprezzare alle sue figlie la grazia della vocazione, le animava a “divenire vere imitatrici di Colui che ha dato la stessa vita per noi, e per giunta ci ha chiamate al sublime stato di spose”. “Se tu pensassi spesso – diceva ad una di esse – alle tante grazie che il Signore ti ha elargito avendoti prescelta nel numero delle sue intime spose, credo che i tuoi occhi spesso, come sono pieni di lacrime, li vedrei pieni di gioia”. Ad infervorarle nello spirito del Carmelo leggeva e commentava le opere di S. Teresa di Gesù e di S. Giovanni della Croce, che aveva sempre tra le mani e profondamente amava, sapendone a memoria gli squarci poetici.

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