Pregare con i Santi del Carmelo: padre Tito Brandsma

Padre Tito scrive questa poesia nel carcere di Scheveningen, nel 1942, avendo lo sguardo rivolto a Cristo in croce. Esprime l’accoglienza della sofferenza che la vita gli impone, come luogo per unirsi maggiormente a Dio. Nel nostro cammino di preghiera Egli ci indica un luogo molto fecondo per unirci a Cristo e vivere una pace profonda, ed è quello del dolore vissuto non da soli, ma uniti a Cristo, sicuri del suo amore per noi. Arriva a dire: Nel dolore mi sento felice. Sembra paradossale, ma evidentemente l’esperienza del dolore ci spoglia a tal punto che ci unisce all’essenziale. Quando in noi si fa il vuoto, ritroviamo Colui che è sempre presente, Colui che ci è vicino.
O Gesù, quando ti guardo
mi sento rivivere.
Ti voglio bene.
Anche tu mi vuoi bene,
come il tuo miglior amico.
 
La tua amicizia mi porta sofferenza.
Ma ogni sofferenza va bene per me.
Così rassomiglio a te:
verrò dove tu abiti.
 
Nel dolore mi sento felice.
Non lo chiamo più dolore
ma felice occasione 
di essere a te più unito.
 
Mi avvolgano il silenzio,
l’umido, il freddo.
Lasciatemi qui.
Nessuno mi visiti.
Non mi tormenta lo star solo.
 
Tu, infatti, Gesù, sei con me:
mai mi sei stato così vicino.
Resta con me,
qui, accanto a me, dolce Gesù.
La tua presenza mi è pace.
 
(p. Tito Brandsma, Poesia composta nel carcere di Scheveningen, 12-13.2.1942)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *