Aprile 2024

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Nelle vite dei Santi ascoltiamo la storia che Dio ha intrecciato con la singola persona all’interno della sua Chiesa. Dunque non si tratta mai di racconti esclusivi, sempre infatti è un’intera comunità che si santifica e che condivide il cammino verso Dio. Se un volto appare maggiormente rispetto ad altri, come è stato il caso di Bettina, è solo per accendere in altre anime il desiderio di Dio. Dietro ad ogni figura “di spicco” ci sono infatti numerosi volti “nascosti” che ci parlano di quella “santità della porta accanto” citata spesso da papa Francesco. A Don Jacopozzi possiamo riconoscere non solo l’autorità spirituale che ha formato e cresciuto spiritualmente la nuova famiglia religiosa della Bettina, ma anche la qualità di co-fondatore e padre della nuova avventura carmelitana in terra toscana.

Quando la Bettina vide quel giovane prete, alto, robusto, burbero nell’aspetto e accigliato, dai grossi occhiali, provò un moto di sgomento. Eppure era proprio quello l’uomo inviato da Dio in aiuto alla nuova famiglia religiosa che stava per nascere. Si chiamava don Ernesto ed era nato a S. Casciano in Val di Pesa (FI) il 20 febbraio 1844. 

E lo Jacopozzi fu davvero un santo e dotto sacerdote.

Don Ernesto sarà il padre e il fedele cooperatore sotto la cui guida la Manetti fonderà l’istituto religioso delle carmelitane di Firenze. Egli lavorerà efficacemente alla formazione spirituale delle figlie della Bettina.

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Continua la nostra lettura della biografia di Beata Teresa Maria della Croce, la Bettina. Gli inizi sono quasi impercettibili, tanto erano tessuti nella quotidianità del paese di Campi Bisenzio a Firenze. Ma l’amore è contagioso, attrae, è fecondo. È sufficiente il mio sì all’amore e davvero posso essere quel cambiamento che desidero nel mondo, come una miccia che fa esplodere una fiamma molto più grande di quanto la propria piccola realtà lascerebbe immaginare. Per questo i grandi Santi ci stimolano ad avere anzitutto grandi desideri: il Signore li tesserà proprio in quelle circostanze in cui mi trovo, per compiervi opere grandi e meravigliose. Con Lui l’ ordinario diviene straordinario. Con Lui, nulla è banale, ma è il seme di una storia di salvezza e redenzione per me e per molti.

Nel 1868, la Bettina vedeva formarsi intorno a sè un piccolo gruppo di compagne che, pur non conducendo una vita strettamente in comune, attratte dal suo amore operoso, si riunivano in casa Manetti per pregare e lavorare, unite in un solo desiderio, quello di raggiungere le alte vette della perfezione. A Bettina non era mai venuta l’idea di fondare un istituto religioso. Era però il buon seme gettato. Che a suo tempo Dio non avrebbe mancato di fecondare.

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