150 anni – una storia di santità 11: LA PROVVIDENZA
Tutt’ora per i giovani è una sfida lasciare il nido famigliare per iniziare una propria vita, in autonomia o formando una famiglia con il matrimonio. Le prospettive di lavoro e di vita sono precarie e si ha paura del futuro non sapendo dove appoggiarsi per trovare delle sicurezze. Così la vocazione di molti (nel senso ampio del termine di chiamata alla vita e all’amore) riceve una bella frenata e si rimandono le grandi scelte sempre più in là, in attesa di avere delle maggiori sicurezze. Bettina ci invita ad avere, oltre ad una giusta prudenza, anche un audace coraggio di chi è nelle mani del Signore e sa che Egli non mancherà di esserci a fianco con la sua Provvidenza, sostenendo il desiderio profondo di vita piena che abbiamo nel cuore.
La vita nel piccolo Conventino era così scandita: alle ore quattro la sveglia, quindi Messa e Comunione nella vicina chiesa di S. Giusto. Il loro vestito, sebbene di color tané come lo Scapolare carmelitano, era quello delle popolane, ma uniforme. In casa regnava la povertà assoluta: poche stoviglie e due sedie. Un solo scialle in tre, e se lo passavano a vicenda quando dovevano uscire fuori. Eppure diceva Bettina: “Gesù mi ha promesso che, se saremo generose, Egli non ci mancherà mai. Ed infatti la Provvidenza non venne mai meno”.
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