150 anni – una storia di santità 10: IL CONVENTINO
In questa prima esortazione della Beata Madre troviamo racchiuso un programma di vita:
1. POVERTA’ – perchè è Dio la nostra più grande ricchezza. Dio solo basta.
2. UMILTA’ – chi si riconosce come creatura, si può affidare pienamente al proprio Creatore, e non deve più fuggire da se stesso.
3. SANTITA’ – che è ben più di perfezione della propria immagine. E’ l’unione con Dio nell’amore, e dunque unione profonda con tutte le sue creature ed il suo creato.
4. DI NOI AVRA’ CURA IL SIGNORE: questa certezza che è anche fonte di grande speranza, ci rende capaci di dimenticarci un po’ per poterci donare nella carità, e dare molto frutto.
Nel pomeriggio del 15 luglio 1874, vigilia della Madonna del Carmine, la Bettina e le compagne, portando ciascuna il proprio lettuccio di legno, s’incamminarono sotto l’argine del Bisenzio. Il casolare era triste, solitario, silenzioso: una stanza a terreno, umida e scalcinata. Vi entrarono con la gioia con cui altri avrebbe preso possesso di un sontuoso palazzo.
“Bambine, s’ha da essere povere ed umili; andiamo a farci sante. A noi non si deve pensare; di noi avrà cura il Signore”.
E Dio gradì quel distacco generoso ed ardente.
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